"Lei sta all'orizzonte: mi avvicino due passi, lei si allontana due passi. Cammino dieci passi, e l'orizzonte si allontana dieci passi più in là. Per molto che io cammini, mai la raggiungerò. A che serve l'utopia? A questo serve: a camminare!"
(Eduardo Galeano)

domenica 10 dicembre 2006

DEBITO PUBBLICO: MIO, TUO O NOSTRO?

Faccio seguito al lungo dibattito che c’è stato sulla Finanziaria, ma non voglio parlare della bontà dell’ultima legge di bilancio, piuttosto di come viene dipinto un peso che l’Italia si porta dietro anno dopo anno in maniera pesante dagli anni ’80: il debito pubblico. Gli accordi europei hanno impresso un’inversione del trend verso la progressiva riduzione del debito pubblico per fortuna, ma questa politica finanziaria non è stata mai accompagnata con una comunicazione volta a sensibilizzare la popolazione sul tema. Per chi non lo sapesse, oggi il 15% dell’entrate correnti sono utilizzate per pagare gli interessi sul debito. Immaginiamo dunque una famiglia che deve destinare il 15% delle sue entrate per pagare solo interessi sul debito senza mai rimborsare una quota del capitale preso in prestito. Questo è quello che avviene nella grande famiglia degli Italiani! Già, ma dai commenti di tante persone ascoltati in questi mesi sembra che questo o non rappresenti un problema oppure che non sia un problema da accollarci seriamente! O ignoriamo che il 15% delle tasse versate allo stato finisce in pagamenti sugli interessi dei BOT, BTP, ecc. senza quindi avere un ritorno in servizi oppure che non è nostra responsabilità l’esistenza di quel debito e quindi lo ripudiamo. Spesso si parla di eredità… già, ma eredità di chi? Del solito governo precedente oppure di coloro che negli anni ’80 e inizi anni ’90 lo hanno raddoppiato? La risposta economica è il rallentamento dovuto al verificarsi di un insieme di fattori nell’arco di tempo appena citato! Già, ma allora la responsabilità di chi è? Detto in altre parole, chi deve impegnarsi culturalmente alla riduzione di questo debito?
Senza questo passo è difficile portare avanti una stabile e progressiva politica di riduzione del debito lasciando mano libera alla voglia di mettersi in gioco del governo! A mio parere dovrebbe occuparsene la collettività in generale nei suoi più svariati ambiti e accezioni! A partire proprio da noi! Sì, perché noi piccoli uomini siamo chiamati in prima persona a farci parte attiva in questo! Questo debito in fondo lo abbiamo ereditato dai nostri padri, nonni e al massimo bisnonni! Generazioni vicine a noi! Dobbiamo quindi capire che una riduzione del debito pubblico in prima istanza libera risorse per il presente e alleggerisce il peso da passare poi ai nostri figli! Mi viene spontaneo parafrasare tutto questo immaginando l’Italia come una persona che porta in spalla un masso gigante… ecco, la riduzione ha due effetti: il primo ci dà più energie quest’oggi per camminare lungo la strada dello sviluppo economico, mentre il secondo è scalfire e quindi alleggerire questa grossa pietra che consegneremo un giorno ai nostri figli! E’ quindi ora di intraprendere un percorso per lo più politico che economico che offra in maniera seria ai cittadini le vere gravi conseguenze di questo disagio e faccia in modo che sia una strada condivisa soprattutto dalla popolazione! Che entri nella nostra cultura di cittadini consapevoli la voglia di uno stato più leggero e agile grazie alla riduzione di questo debito!
E voi, cosa ne pensate? Vi rendete conto del peso che tutti noi ogni giorno portiamo? Come credete che sia visto questo problema dalla gente?

ApprofondimentiScrivetemi: andrea.orla@infinito.it

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