"Lei sta all'orizzonte: mi avvicino due passi, lei si allontana due passi. Cammino dieci passi, e l'orizzonte si allontana dieci passi più in là. Per molto che io cammini, mai la raggiungerò. A che serve l'utopia? A questo serve: a camminare!"
(Eduardo Galeano)

venerdì 27 aprile 2007

CARI AMICI, VI RACCONTO LA MIA CANDIDATURA!

Cari amici che mi seguite da tempo su questo blog,
come molti di voi già sapranno, oggi per me comincia una nuova avventura: mi candido per il consiglio comunale!
Chi mi segue da vicino conosce la passione che è cresciuta in questi anni verso il mio Paese, Paese inteso sia come Italia sia come Rho. I miei compagni universitari mi prendono spesso in giro perché parlo sempre con grande orgoglio della mia città, sapendo che per certi versi è altamente all’avanguardia e per altri invece zoppica un po’. Scherzano sul fatto che Rho sia un paesino ma che abbia tutti i confort possibili e immaginabili secondo la mia descrizione. Sono davvero fiero di essere rhodense e abitare in questa terra che oltre ad aver dato i natali ai miei avi, ha soprattutto donato una vita a chi oggi mi sta intorno. Se ripercorro con la mente le persone che ogni giorno incontro per le strade della città, mi accorgo come per ciascuna di esse Rho rappresenti la loro opportunità di vita: incontro il bambino che si sta affacciando al mondo in questo momento, incosciente della sfida che lo aspetterà tra qualche anno ma tenero nella sua fanciullezza; incontro l’adolescente che vive l’età del cambiamento più radicale della propria vita preoccupato e contento di questo; incontro due giovani innamorati che si tengono per mano pieni di problemi e interrogativi sul loro futuro ma felici dell’amore che li unisce; incontro l’amico di famiglia che risiede qui da anni e mai abbandonerà il nostro borgo perché qui è cresciuto e ha sviluppato le proprie relazioni; incontro l’immigrato comunitario o extracomunitario che qui è venuto per cercare lavoro e una vita migliore con gli occhi tristi e nostalgici ma pieni di tanta volontà; incontro l’anziano che mi racconta la guerra e il dopoguerra in Italia distillandomi pillole di sana saggezza; incontro il lavoratore che torna a casa la sera stanco ma contento di poter rivedere i propri figli e il proprio coniuge.
Proprio da questi incontri nasce il sentimento che mi lega alla mia città: conoscendo i rhodensi, mi sono innamorato di Rho! Alcuni miei amici dicono che sono “un portinaio” perché conosco tutti, in realtà la mia non è voglia di pettegolezzo da condominio, ma è curiosità verso l’Uomo: mi piace conoscere il nome e le storie delle persone, perché ciascuno è possessore di un tesoro prezioso e, grazie alla diversità e unicità che ognuno può portare nella società d’oggi, siamo in grado di riscoprire il volto della nostra città, volto che in questo modo non è nient’altro che l’insieme di tutti i 50.000 e più rhodensi.
All’inizio della storia dei tempi gli uomini si associarono fra loro per aiutarsi. In una comunità il peso di una difficoltà o di una scelta poteva essere portato da più persone e in uno scambio reciproco si poteva ritrovare l’appartenenza a un’unica grande famiglia. Ciascuno con le proprie fatiche e le proprie gioie era elemento spesso contraddetto, ma sempre rispettato. Scontri forti, duri e accesi sfociavano sempre in una semplice ma sincera stretta di mano. Nella società d’oggi, contaminata da un individualismo isterico, è difficile scoprire e capire il senso di queste parole. Sembrano per l’appunto cose dell’altro mondo, ma io credo che un’opportunità per riportare anche solo un pochino di questo riconoscimento reciproco c’è e passi attraverso la politica!
La politica quella bella, non fatta da lotte per il potere o interessi personali, ma dal confronto di tante idee diverse! Per questo ho deciso di mettermi al servizio del mio paese candidandomi per il consiglio comunale. Non vuole essere una lotta per occupare una seggiola, ma un modo per contribuire con le mie giovani e piccole idee al perenne miglioramento della società d’oggi! Non sarò di certo in grado di raggiungere il mio sogno di una città sicura, calma e ordinata in cui tutti possano dedicarsi alla ricerca della propria felicità… Credo sia un’utopia… Ma c’era un tale di nome Eduardo Galeano che scrisse queste parole: “Lei sta all’orizzonte: mi avvicino due passi, lei si allontana due passi. Cammino dieci passi, e l’orizzonte si allontana dieci passi più in là. Per molto che io cammini, mai la raggiungerò. A che serve l’Utopia? A questo serve: a camminare!”
Camminiamo dunque insieme, inseguendo un sogno che non si realizzerà mai, ma che produrrà belle cose per tutti! Ridiamo un sogno alla nostra città ricominciando dalla politica! Io ho scelto questa strada, forse starò sbagliando, ma credo sia quella giusta. L’unica finora praticata dagli uomini per raggiungere questo obiettivo!
Per ultima cosa, rinnovo l’invito a postare vostri commenti e vostre considerazioni. L’ascolto è per me parte fondante e primaria di tutti i rapporti e lo strumento del blog è la prossima frontiera della democrazia! Vi racconterò tutti i passi che compierò entrando in questo mondo e cominciando questa avventura!
Andrea

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