Se c’è una cosa che il governo uscente ha fatto molto bene è stato il riordino di uno dei fondamentali di uno stato moderno: il riordino dei conti pubblici. La guida del ministero dell’Economia e delle Finanze da parte di Tommaso Padoa Schioppa con i suoi due viceministri Pinza e Visco è stata ottimale. Un percorso riconosciuto anche dall’Unione Europea, che svincolata da qualsiasi ingerenza politica ha saputo giudicare nel miglior modo obiettivamente possibile i risultati. Nonostante il parere positivo però il suo giudizio è stato come sempre tagliente e realistico usando una metafora: “L’Italia è uscita dalla terapia intensiva e ora è in corsia”. Frase breve ma quantomeno efficace dalla quale si evincono essenzialmente tre cose: l’Italia era in fin di vita fino a poco tempo fa; l’Italia grazie alle cure dei suoi medici è uscita dalla fase più critica; l’Italia è ancora oggi malata. Una sequenza che fa allo stesso tempo onore all’Italia, ma crea anche imbarazzo per lo stato attuale dei conti pubblici. Non dimentichiamoci che abbiamo il debito pubblico più grosso in valori assoluti tra i paesi UE. Ma la strada imboccata dal nostro dimissionario superministro si è rivelata giusta ed efficace. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Padoa Schioppa lascia in eredità uno dei migliori bilanci statali che i governi hanno trovato al loro insediamento. Basta segnalare l’inversione di tendenza del deficit che è tornato a diminuire (significa che tra pochi anni, se continuiamo su questa strada, l’Italia non accumulerà più debito: durante l’anno le sue entrate copriranno tutte le uscite senza bisogno di indebitarsi sempre un pochino per coprire tutte le spese storicamente maggiori delle entrate); la lotta all’evasione (qui basta citare la punta dell’iceberg ovvero i casi mediatici: Valentino Rossi, la Bell, Leonardo del Vecchio e Van Basten i quali da soli hanno portato nelle casse dell’erario quasi 200 milioni di euro, ma non scordiamoci tutti i signori Rossi in questi mesi pizzicati dal fisco) e infine è stata iniziata una riorganizzazione del bilancio statale che ponga fine al circolo vizioso della spesa pubblica attraverso nuovi metodi e sistemi, molti dei quali segnalati dal libro verde uscito lo scorso settembre sul controllo e possibili tagli sulla spesa pubblica.
Ecco, questo è il passato. Questa è la storia recente della finanza pubblica in micropillole. Ora che andiamo a votare dobbiamo invece guardare al futuro. Il sentiero imboccato è quello giusto e non va certamente abbandonato. Ora c’è anche la possibilità di usare i frutti di questa pianta risanata in pochi mesi. Frutti che devo essere utilizzati e “dati” alle fasce più deboli, oggi sempre di più. L’importante è non abbandonare il sentiero e ricordarsi che siamo sempre degli ammalati. Non per questo, però, una nazione che non possa lo stesso correre per guarire nel più breve tempo possibile e per raggiungere tanti nostri competitor europei che sui conti pubblici sono molto più avanti di noi. Speriamo che la cultura e la logica introdotta dal terzetto alla guida per pochi mesi del ministero dell’Economia lasci un solco lungo il quale gli eredi di questi risultati (di qualunque parte politica) possano continuare a contribuire al risanamento dei conti pubblici italiani.
Ecco, questo è il passato. Questa è la storia recente della finanza pubblica in micropillole. Ora che andiamo a votare dobbiamo invece guardare al futuro. Il sentiero imboccato è quello giusto e non va certamente abbandonato. Ora c’è anche la possibilità di usare i frutti di questa pianta risanata in pochi mesi. Frutti che devo essere utilizzati e “dati” alle fasce più deboli, oggi sempre di più. L’importante è non abbandonare il sentiero e ricordarsi che siamo sempre degli ammalati. Non per questo, però, una nazione che non possa lo stesso correre per guarire nel più breve tempo possibile e per raggiungere tanti nostri competitor europei che sui conti pubblici sono molto più avanti di noi. Speriamo che la cultura e la logica introdotta dal terzetto alla guida per pochi mesi del ministero dell’Economia lasci un solco lungo il quale gli eredi di questi risultati (di qualunque parte politica) possano continuare a contribuire al risanamento dei conti pubblici italiani.
Apporto interessante il tuo, che dimostra come esistano diverse scuole di pensiero all'interno della scienza economica. Ti invito, visto che mi sembri ben informato, ad andare a rileggere le dichiarazioni del prof. Ricolfi all'indomani dell'approvazione della legge Finanziaria 2007. Affermazioni che non si sono rivelate per niente esatte alla prova dei fatti. Sposa un'impostazione sicuramente diversa, ma i suoi giudizi non si sono rivelati esatti! Grazie per l'apporto che dimostra come l'azione di governo si sia svolta tra una negatività forte, ma che alla fine si è rivelata efficace!
RispondiEliminahttp://www.effedieffe.com/content/view/2377/179/
RispondiEliminaCiao anonimo,
RispondiEliminaho letto l'articolo che mi hai postato e devo dire che mentre la citazione riporta tutti dati corretti, nel commento si commettono dei gravi errori su cose molto semplici, in particolare una: la faccenda dei BTP a cui stiamo assitendo in questi gionri non avrà nessun effetto diretto su chi ha contratto un mutuo o prestito, poichè il tasso di riferimento è europeo e non italiano (il famoso EuriBor). Caso mai c'è un aggravio indiretto che pesa sulle spalle di tutti attraverso i conti pubblici. E qui ancora una volta esce allo scoperto che le parole del nostro attuale dimissionario ministro dell'economia sono esatte. Lui per primo ha perseguito le politiche di risanamento del deficit e del debito, a differenza di diversi suoi predecessori.