Ormai ci siamo: 2 giorni e l’Italia sceglierà il proprio futuro! Sono appena stato a Milano alla chiusura della campagna elettorale del Partito Democratico. Inutile dire che ero stra-entusiasta e stra-emozionato dopo aver sentito le parole prima di Matteo Colannino e poi di Walter Veltroni. E ancora di più, ero sorpreso per la quantità di persone presenti in piazza Duomo, in particolar modo i giovani. Analizzavo, tornando a casa, questa campagna elettorale. Unico elemento distintivo rispetto al passato è stato il Partito Democratico, non per il nome ma per quelle 3 cose che ha inserito nel panorama e sistema politico in appena 6 mesi di vita (perché questa è l’età di questo partito).
Innanzitutto guarda al futuro politico del nostro paese. Per la prima volta in Italia si è dato vita a un partito che ha voglia di guardare al domani e non all’oggi o a ieri. Un partito che è nato non su basi ideologiche, ma su basi ideali, cioè sui sogni comuni delle persone. Ha riunito in sé la cultura cattolica, la cultura ex-comunista e la cultura democratica, quella che appartiene a noi giovani che non abbiamo vissuto l’epoca del muro di Berlino e non abbiamo mai vissuto la contrapposizione comunismo-cristianesimo, cosa che spesso tanti di noi non riescono nemmeno a capire. Per questo è un partito nuovo, fatto di tante singole persone che grazie al loro apporto ideale superano la storia uscendo dallo schema in cui ha vissuto la politica dal dopoguerra a oggi e si immettono su un orizzonte talmente nuovo che tanti non arrivano neppure a concepire.
Poi Walter Veltroni ha riportato la calma e la serenità nel confronto politico. Mai una parola contro un altro candidato, mai un attacco a qualsiasi persona, mai un commento critico verso le istituzioni e quando dalle 100 e più folle radunate davanti a lui partiva qualche fischio, il richiamo di Veltroni non si faceva attendere neanche 2 secondi per riportare il clima all’ascolto e al silenzio. Era ora che l’Italia riacquistasse questa dignità e il gioco della politica rientrasse in quelle regole che in ogni altra parte del mondo civilizzato appaiono normali ma che in Italia, ancora una volta, faticano a prendere piede ancora oggi. La stampa estera ci deride quando qualche politico attacca le istituzioni stesse oppure critica in maniera scurrile e con odio gli avversari. Questa è l’immagine dell’Italia poi trasmessa all’estero. E fare una campagna elettorale con toni calmi e pacati non può fare che bene al nostro sistema politico e allo sviluppo culturale stesso delle nostre comunità.
Terza realtà che il Partito Democratico ha già inserito nel panorama politico è il suo saper aggregare. Alcuni leader hanno messo in evidenza come all’interno del PD coesistano operai e imprenditori. Cosa strana, difficile e anch’essa nuova. Segno però che la nostra società si evolve e che siamo chiamati a rivedere i paradigmi etichettatati fin troppo tempo fa. Oggi se vogliamo crescita economica occorre che ciascuno metta in campo le sue energie migliori e tutti devono farlo. Il PIL è la somma di tanti numeri piccolissimi che sono il frutto del lavoro di ciascun uomo. Se vogliamo che il PIL aumenti e l’Italia cresca occorre che tutti, nessuno escluso, faccia la sua parte. Per questo non esistono contrapposizioni, ma un obiettivo comune che unisce. Siamo stati abituati alla divisione da anni e oggi ci appare strano trovare un partito che attinga dalla cosiddetta società civile tanti dei suoi candidati (spesso messi come capilista) e magari apparentemente in contraddizione fra loro. Ma a questo oggi la politica è chiamata. A unire e non a dividere.
Mi spiace constatare queste cose, che per il momento hanno preso piede solamente nel Partito Democratico, nel 2008. Quelle che a noi oggi appaiono conquiste di una parte della politica (una grossa fetta rimane esclusa), nel resto d’Europa questa è la quotidianità. Abbiamo tanta strada da recuperare e portare a casa questo risultato dalla campagna elettorale è già un grosso passo che il Partito Democratico ha fatto fare all’Italia. Comunque vada domenica e lunedì, l’Italia dalla nascita del Partito Democratico ha solamente guadagnato tante cose. La speranza è quella che, indipendentemente dal voto, queste piccole conquiste italiane attecchiscano nel nostro intero sistema politico. Certo una vittoria del PD aiuterebbe questo processo… il 14 ottobre è nato, il 14 aprile sarà battezzato. E con questo spero ritorni la voglia di futuro in un’Italia che ha tante energie da liberare!
Innanzitutto guarda al futuro politico del nostro paese. Per la prima volta in Italia si è dato vita a un partito che ha voglia di guardare al domani e non all’oggi o a ieri. Un partito che è nato non su basi ideologiche, ma su basi ideali, cioè sui sogni comuni delle persone. Ha riunito in sé la cultura cattolica, la cultura ex-comunista e la cultura democratica, quella che appartiene a noi giovani che non abbiamo vissuto l’epoca del muro di Berlino e non abbiamo mai vissuto la contrapposizione comunismo-cristianesimo, cosa che spesso tanti di noi non riescono nemmeno a capire. Per questo è un partito nuovo, fatto di tante singole persone che grazie al loro apporto ideale superano la storia uscendo dallo schema in cui ha vissuto la politica dal dopoguerra a oggi e si immettono su un orizzonte talmente nuovo che tanti non arrivano neppure a concepire.
Poi Walter Veltroni ha riportato la calma e la serenità nel confronto politico. Mai una parola contro un altro candidato, mai un attacco a qualsiasi persona, mai un commento critico verso le istituzioni e quando dalle 100 e più folle radunate davanti a lui partiva qualche fischio, il richiamo di Veltroni non si faceva attendere neanche 2 secondi per riportare il clima all’ascolto e al silenzio. Era ora che l’Italia riacquistasse questa dignità e il gioco della politica rientrasse in quelle regole che in ogni altra parte del mondo civilizzato appaiono normali ma che in Italia, ancora una volta, faticano a prendere piede ancora oggi. La stampa estera ci deride quando qualche politico attacca le istituzioni stesse oppure critica in maniera scurrile e con odio gli avversari. Questa è l’immagine dell’Italia poi trasmessa all’estero. E fare una campagna elettorale con toni calmi e pacati non può fare che bene al nostro sistema politico e allo sviluppo culturale stesso delle nostre comunità.
Terza realtà che il Partito Democratico ha già inserito nel panorama politico è il suo saper aggregare. Alcuni leader hanno messo in evidenza come all’interno del PD coesistano operai e imprenditori. Cosa strana, difficile e anch’essa nuova. Segno però che la nostra società si evolve e che siamo chiamati a rivedere i paradigmi etichettatati fin troppo tempo fa. Oggi se vogliamo crescita economica occorre che ciascuno metta in campo le sue energie migliori e tutti devono farlo. Il PIL è la somma di tanti numeri piccolissimi che sono il frutto del lavoro di ciascun uomo. Se vogliamo che il PIL aumenti e l’Italia cresca occorre che tutti, nessuno escluso, faccia la sua parte. Per questo non esistono contrapposizioni, ma un obiettivo comune che unisce. Siamo stati abituati alla divisione da anni e oggi ci appare strano trovare un partito che attinga dalla cosiddetta società civile tanti dei suoi candidati (spesso messi come capilista) e magari apparentemente in contraddizione fra loro. Ma a questo oggi la politica è chiamata. A unire e non a dividere.
Mi spiace constatare queste cose, che per il momento hanno preso piede solamente nel Partito Democratico, nel 2008. Quelle che a noi oggi appaiono conquiste di una parte della politica (una grossa fetta rimane esclusa), nel resto d’Europa questa è la quotidianità. Abbiamo tanta strada da recuperare e portare a casa questo risultato dalla campagna elettorale è già un grosso passo che il Partito Democratico ha fatto fare all’Italia. Comunque vada domenica e lunedì, l’Italia dalla nascita del Partito Democratico ha solamente guadagnato tante cose. La speranza è quella che, indipendentemente dal voto, queste piccole conquiste italiane attecchiscano nel nostro intero sistema politico. Certo una vittoria del PD aiuterebbe questo processo… il 14 ottobre è nato, il 14 aprile sarà battezzato. E con questo spero ritorni la voglia di futuro in un’Italia che ha tante energie da liberare!
Bella Ugo!
RispondiEliminaSperiamo davvero che quello che abbiamo visto ieri in piazza Duomo possa sopravvivere all'appiattimento dei media e possa arrivare anche alle persone un po' più lontane dalla politica.
Si Può Fare ma in questi ultimi giorni Si Deve Fare ;-)
bYe,
Andy