"Lei sta all'orizzonte: mi avvicino due passi, lei si allontana due passi. Cammino dieci passi, e l'orizzonte si allontana dieci passi più in là. Per molto che io cammini, mai la raggiungerò. A che serve l'utopia? A questo serve: a camminare!"
(Eduardo Galeano)

giovedì 22 maggio 2008

IL CENTRODESTRA RHODENSE E I GIOVANI

Silenzio. Questo è quello che è accaduto (ancora una volta) in consiglio comunale davanti alla proposta dei consiglieri Mileti e Ivani per l’istituzione di un fondo di garanzia per il credito bancario per i giovani lavoratori atipici. Oggi infatti chi non ha un posto di lavoro fisso, non può nemmeno accendere un mutuo per comprare una propria casa. Il fondo permetterebbe, grazie alla sua garanzia, l’accensione di mutui da parte dei lavoratori atipici. Attenzione, non significa che il fondo paga le rate del mutuo del lavoratore, bensì interviene limitatamente in alcuni casi gravi in cui il lavoratore si trovasse in gravi condizioni economiche causa perdita di lavoro o situazioni simili. Non è quindi una politica assistenzialistica, ma ideata per creare quella protezione sociale che serve per lo sviluppo del nostro paese. La maggioranza su questo tema ha espresso voto contrario senza neanche una motivazione, una spiegazione. Un voto contro a priori che però non tiene conto dei problemi e delle esigenze dei giovani che sempre più spesso non riescono a realizzare il proprio progetto di vita a causa di un mercato del lavoro che non dà garanzie sufficienti per accendere un prestito o un mutuo per comprare una casa. Dalle pagine della cronaca nazionale leggiamo che esponenti del centrodestra dichiarano che la prima casa è un diritto da difendere e per questo non deve essere tassata con l’ICI. Invece dalla cronaca locale scopriamo che l’amministrazione di centrodestra è insensibile e ignara dei problemi dei giovani loro concittadini alla ricerca di una casa. Non è più un diritto per loro? Tantissimi comuni del centro-nord hanno sperimentato un fondo di questo genere, ormai da anni, con risultati molto positivi. A Rho, dove il problema casa è molto più forte che altrove (siamo uno dei comuni con il prezzo al metro quadro più alto d’Italia), dovrebbe essere accolto favorevolmente da tutti. Considerato anche che non si chiedeva da subito la sua istituzione e si dava ampio mandato alla giunta per quanto riguarda la sua regolamentazione, il voto contrario è stato un voto ideologico contro i due consiglieri che si sono staccati dalla maggioranza. Ma a noi giovani dell’ideologia cieca che non vede il reale, non interessa nulla. Spero che questa iniziativa, buona nelle motivazioni e nel metodo, non sia accantonata e venga ripresa. Nel frattempo aspettiamo anche l’istituzione di una consulta dei giovani in modo che di questi e altri problemi si possa sentire la voce di chi subisce ogni giorno le politiche di un paese fortemente sbilanciato nell’assegnazione delle risorse (vedi debito pubblico e pensioni) verso le generazioni che ci hanno preceduto. Aspetto un segnale forte dalla giunta Zucchetti e dalle forze politiche che la compongono su questi temi. E’ passato un anno in cui si è soltanto demolito e si è detto soltanto di no, è arrivato il momento di dire di sì e cominciare a costruire qualcosa.
Qui potete trovare, per esempio, il caso del comune di Milano che ha istituito un fondo che prevede espressamente una forma particolare per i giovani lavoratori atipici. Clicca qui.

2 commenti:

  1. Mi sfugge perchè la casa debba necessariamente essere acquistata: in Italia l'87% delle case è di proprietà, con conseguenti effetti negativi sul mercato degli affitti.
    E quale aiuto dovrebbe dare in concreto il Comune? quale quantità? per quanto tempo?
    Ritengo sarebbe più utile destinare quei soldi all'edilizia popolare per migliorare le condizioni abitative delle famiglie residenti, che già stanno affrontando moltissimi disagi, e per costruire nuovi appartamenti per nuclei familiari disagiati.

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  2. Caro anonimo, ti invito ad andare sul sito del comune di Milano, piuttosto che su quello del comune di Pitigliano (credo si scriva così) per capire nel dettaglio di cosa si tratta. Innanzitutto il comune NON dà i soldi a nessuno. Vedi, in Italia, come negli altri paesi europei, l'introduzione di regole sulla flessibilità del lavoro si è tradotta in una forte precarietà (in particolare per ii giovani). Accade spesso che un precario possieda un reddito sufficiente per comprarsi la casa contraendo un mutuo, ma quest'ultimo non viene concesso per mancanza di garanzie. In alcuni casi interviene, se possibile, la famiglia di origine, ma in tantissimi altri casi (soprattutto in questo periodo di scarsa crescita economica) chi ha la possibilità di acquistare casa non ha una famiglia alle spalle che possa garantire per lui. Il comune in questo caso può creare un fondo di garanzia, ovvero accantonare alcuni soldi che permettano a queste persone di poter accendere un mutuo e pagarselo. Il fondo di garanzia (che ciascun comune può decidere come regolare) di solito interviene solo nel caso in cui il lavoratore sia disoccupato da almeno tot mesi (ad esempio 6) e, verificato l'effettivo bisogno, paga fino al massimo di tot rate (ad esempio 3). E' un aiuto all'imprenditorialità di se stessi, non all'assistenzialismo becero che non porta da nessuna parte. E' una di quelle misure semplici (tra le tante) che può fare in modo che la flessibilità nel modno del lavoro non diventi precarietà! Poi altri temi come quelli dell'affitto o delle case comunali non ha nulla a che vedere con l'argomento del fondo di garanzia. Immagino che un fondo di garanzia adeguato per il comune di Rho si attesti sui 100-150.000 euro (che ripeto non sono un finanziamento!), mentre per le politiche delle case comunali quella cifra è inutile. Però questo è un altro discorso da non confondere sebbene inserito nelle politiche dell'abitare. Spero continuerai a seguirmi attentamente e a postare commenti! Grazie del tuo apporto.

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