"Lei sta all'orizzonte: mi avvicino due passi, lei si allontana due passi. Cammino dieci passi, e l'orizzonte si allontana dieci passi più in là. Per molto che io cammini, mai la raggiungerò. A che serve l'utopia? A questo serve: a camminare!"
(Eduardo Galeano)

giovedì 6 novembre 2008

GRAZIE AMERICA

Che bello!



Bello vedere così tanta gente andare a votare. Le code fanno sono talmente lunghe da girare più volte gli angoli delle strade. Tutti in fila. In tanti, in silenzio, aspettano anche un paio d’ore e ordinatamente vanno a scegliere il loro presidente.





Bello sentire le parole di John McCain pronunciate dopo la sua sconfitta: “Invito tutti gli americani che mi hanno sostenuto a unirsi a me non solo nel congratularsi con Obama ma nell'offrire al prossimo presidente la nostra buona volontà e il più grande sforzo per unirci. Quali che siano le nostre differenze, siamo tutti americani”.






Bello vedere il reverendo Jesse Jackson e tanti altri come lui emozionarsi e piangere davanti a un evento politico.








Bello sapere che oggi le parole speranza e cambiamento hanno ancora senso e che un vento forte potrebbe portarle fin qui in Italia.








Bello vedere in Kenya un popolo gioire da lontano, ma vivere da vicino l’elezione del presidente degli Stati Uniti d’America.









Bello sapere che un’opportunità nella vita ci può essere anche per i più sfortunati e disagiati. Un’opportunità vera e piena di arrivare dove si vuole.







Bello veder sventolare al discorso celebrativo della vittoria del nuovo presidente solo bandiere degli Stati Uniti d’America.







Grazie America per aver consegnato il tuo futuro a un nero 47enne. Grazie Barack per averci fatto sognare.

1 commento:

  1. Bello il tuo post.
    Bello avvertire che quello che è accaduto negli States trovi in sintonia gente come te, Andrea: giovane, attenta, energica, pulita. Siete voi la prova che il futuro passa dallo sguardo e dagli obiettivi "alla Obama". Lui ha saputo intercettare e interpretare le vostre attese. Il miracolo è che questo tipo di attese coincida con quelle della maggioranza dei cittadini Usa,che hanno scelto un Presidente che le assumesse come proprie. In Italia il miracolo non avviene (ancora), perché non c'è (ancora) un Obama capace di cogliere questa domanda, o perché questa domanda si è inaridita così tanto, in questi opachi nostri tempi di appiattimento consumistico e manipolazione mediatica della democrazia, che non riesce neanche più a esprimersi con forza?
    Pensiamoci, non rinunciamo a dire con limpidezza le nostre attese, e non perdiamo la speranza, che è l'energia che ha spinto anche il nuovo Presidente Usa a puntare a una meta che sembrava un'utopia (UTOPIA, Andrea... yes, we can)solo fino all'altroieri.
    Paola

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