Stasera noi consiglieri siamo chiamati a fare una scelta importante, da cui dipende il volto e il futuro della nostra città. Questa discussione avviene dopo un lungo dibattito, che ha visto anche questo consiglio comunale esprimersi negativamente su questo accordo di programma. Durante la discussione, questa sera abbiamo puntato gli occhi soprattutto sul nuovo centro commerciale, su cui i miei colleghi hanno già ben esposto le perplessità. Credo non occorra dire nulla di più, se non sottolineare come lo stesso rapporto d’impatto preveda che negli esercizi di vicinato – concentrati per la quasi totalità a Rho – si perdano 528 posti di lavoro e si abbia una perdita annua di fatturato pari a 66,761 milioni di euro. Inutile dire che, di fronte a queste cifre, i 4,5 milioni di euro previsti come compensazione siano letteralmente una presa in giro per i commercianti e anche per i cittadini che vedrebbero peggiorare la qualità del servizio commerciale presente in Rho.
Ma vorrei focalizzare la mia attenzione su un altro aspetto, e cioè la quota di residenziale prevista in questo accordo. Se ne parla poco, ma questa è la seconda parte di accordo che potrebbe davvero vedere la luce e non rimanere solo sulla carta. Difficile stimare quanti abitanti avrà questo nuovo quartiere che nascerà dal nulla, certo è che siamo nell’ordine delle migliaia di persone. Un quartiere situato in mezzo a 4 città in una terra di nessuno e senza la minima previsione di servizi pubblici, come scuole e via dicendo. E poi mi sorge subito una domanda? Come si chiameranno questi cittadini? Saranno rhodensi, aresini, garbagnatesi o lainatesi? E che scopo ha costruire una nuova città dal nulla?
Il senso abbiamo capito tutti che non c’è, non esiste. Come non ha un senso questo accordo di programma che non contiene nessun progetto per la nostra città. Parliamo di un’area inserita in un territorio strategico, a pochi km da Milano sulla direttrice per Malpensa, dal sito di Expo 2015, che può essere collegata velocemente con il sistema autostradale e a pochi minuti dalla fermata di Rho-Fiera che consente di collegarsi al sistema ferroviario dell’Alta Velocità. E’ un’area insomma che possiede tutti gli elementi su cui poter progettre qualcosa di importante e di strategico per il futuro del nostro territorio. E noi cosa pensiamo? A un centro commerciale, a una nuova cittadina e a un po’ di industriale senza anima che rimarrà nello stato di degrado in cui si trova oggi. Nulla di strategico per il nostro territorio che porti nuova ricchezza e nuove opportunità, anzi se l’accordo dovesse passare avremo solo cose negative. Stasera dai banchi della maggioranza ho sentito parlare di male minore. Allora concordiamo tutti che è un male questo accordo di programma. Esiste però un minor male del male minore: la bocciatura di questo accordo. Credo che la nostra città e i rhodensi meritino molto di più.
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