La viabilità ed il territorio, l’istruzione pubblica, le funzioni generali di amministrazione e controllo come la gestione del personale comunale, le funzioni di polizia locale, i servizi inerenti al settore sociale a carico dei comuni, lo smaltimento rifiuti: queste sono le funzioni valutate per indicare l’efficienza comunale che hanno portato Rho nella TOP 10, esattamente al 10° posto su 170 Comuni sopra i 40 mila abitanti.
La classifica del comuni più virtuosi dell’Italia è stata presentata dall’Osservatorio CPI (Conti pubblici Italiani) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano diretto da Carlo Cottarelli, pubblicata il 23 maggio 2019 sui dati riferiti al 2016.
Lo studio si basa su “fabbisogni standard”, calcolati tenendo conto della dimensione del territorio, della popolazione e della situazione finanziaria caso per caso. Per redigerlo sono stati sistematizzati e messi a confronto due parametri: l’indicatore di spesa e quello di offerta di servizi. L’indicatore di efficienza deriva dalla sottrazione di quello di spesa da quello di offerta. Dalla differenza fra i due, insomma. Se è positivo, indica naturalmente una migliore efficienza.
“Sono particolarmente orgoglioso – commenta il Sindaco Pietro Romano – per questo eccellente risultato che dimostra la bontà delle scelte fatte durante la mia amministrazione. Abbiamo lavorato molto e da subito per ridurre tutti gli sprechi e le diseconomie e questo risultato, certificato dall’osservatorio sui conti pubblici, conferma la positività del lavoro fatto sulla spesa del nostro bilancio. Un riscontro che ci conforta e incoraggia a procedere nella direzione scelta per la gestione dei servizi a beneficio di tutti i cittadini rhodensi”.
Metodologia
La classifica utilizza un indicatore di efficienza basato sul confronto tra un indicatore di spesa e un indicatore di offerta di servizi.
L’indicatore di spesa ci dice di quanto la spesa di un comune differisce dalla spesa “standard” (o fabbisogno standard) che un comune con certe caratteristiche dovrebbe avere. L’osservazione di una spesa superiore allo standard non indica necessariamente una inefficienza. La spesa potrebbe essere maggiore dello standard perché il comune offre una maggiore quantità di servizi. È per questo che, per misurare il grado di efficienza, occorre confrontare se un eccesso della spesa rispetto allo standard può essere spiegato dall’indicatore di offerta, che invece misura quanto la quantità offerta di servizi differisce dalla media.
Questo confronto, tra indicatore di spesa e indicatore di offerta, viene effettuato per sei funzioni svolte dai comuni: la viabilità ed il territorio, l’istruzione pubblica (inclusi gli asili nido), le funzioni generali di amministrazione e controllo (es. gestione del personale comunale), le funzioni di polizia locale, i servizi inerenti al settore sociale a carico dei comuni (es. strutture residenziali di ricovero per anziani) e lo smaltimento rifiuti. L’indicatore di efficienza complessiva è calcolato come media ponderata dei sei indicatori, con pesi (riportati nella Tavola 1) che riflettono la quota, rispetto al fabbisogno standard totale, di ogni funzione di spesa. I pesi utilizzati per ciascuna materia sono riportati di seguito nella Tavola 1. Gli indicatori relativi alla spesa e all’offerta di servizi e quindi l’indicatore di efficienza si riferiscono al 2016 sulla base dei dati pubblicati da SOSE spa.
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